Blu è un colore certo, ma molto di più! Infatti, si tratta del nome di una bimba milanese nata il 29 dicembre 2016 da mamma Vittoria e papà Luca. Una bambina gioiosa e vivace come tutte le altre, con una piccola particolarità: un nome insolito.
La Procura di Milano ha convocato i genitori in data 24 maggio 2018 per rettificare l’atto di nascita. Secondo l’articolo 35 del Dpr 396/2000,
“il nome imposto al bambino deve corrispondere al sesso”.
Proprio per questo,, dovete scegliere un nome femminile” comunicano ai genitori.
Inoltre impongono alla famiglia della bimba di presentarsi in Procura con un altro nome sostitutivo, più femminile del precedente, altrimenti la scelta sarebbe stata a loro discrezione.
L’ufficio anagrafe, alla nascita di Blu, aveva avvisato la famiglia circa il fatto di poter essere richiamati per l’omessa idoneità del nome, nonostante, secondo i dati Istat, ci siano circa sette Blu in Italia, in prevalenza bimbe. I genitori di Blu non si sarebbero mai potuti aspettare di essere richiamati un anno e mezzo dopo la nascita della loro piccolina.
Secondo la madre è inconcepibile imporre ai genitori di cambiare nome alla propria figlia, soprattutto in virtù del notevole lasso di tempo trascorso dalla nascita! Ormai la piccola Blu sa di chiamarsi in questo modo, Blu è sulla bocca di tutti i famigliari ed è scritto, banalmente, su tutti i pigiamini e bavaglini. Inoltre la madre considera questo cambio nome un impedimento alla personalità della piccola, con gli occhi blu come il proprio nome e con un carattere “blu”, come il quinto colore del chakra, che indica armonia ed equilibrio.
Così, giovedì scorso, la Procura della Repubblica di Milano in udienza ha deciso di annullare la revoca per cambiare il nome “Blu”. La giudice Paola Barbara Folci, ha ritenuto il nome Blu idoneo e soprattutto troppo significativo per i genitori. La famiglia infatti ha dichiarato che, indipendentemente dalla scelta del giudice, avrebbe continuato a chiamare così la bambina.
Il nome è ciò che ci distingue e caratterizza di più… il nome ci rappresenta, e ci dà un’identità ben definita; il nome è lo specchio delle nostre origini, è la scelta accurata ed affettiva dei nostri genitori. Cambiare il nome è fattibile certo, ma deve essere una scelta cosciente del sottoscritto, con proprie motivazioni valide; la bimba, di solo un anno e mezzo, non merita di perdere un diritto del genere, il diritto alla personalità, per scelta altrui. Inoltre avrebbe potuto risentirne psicologicamente in futuro, una volta elaborato il cambio nome. Blu, sarà pur un colore, ma, associato alla bimba milanese, assume un significato ben diverso: diventa il SUO nome. Ed è questa la grande differenza: in un mondo che cambia, si evolve e soprattutto si globalizza, avere un nome che distingue il sesso non fa più tanta differenza. Tantissimi sono gli italiani che scelgono per i propri figli nomi stranieri, che, spesso, non permettono di distinguere il sesso “a colpo d’occhio”. Se il nome non è “imbarazzante” o altamente insolito, e che quindi non danneggia il bambino, dovrebbe essere lecito, stando sempre all’articolo 35 del Dpr 396/2000.