Per il cittadino contribuente è ormai chiaro che l’analisi portata avanti dall’Agenzia delle Entrate mira ad un controllo pressante. Per tutelarsi è necessario capire gli strumenti di verifica fiscale, in cosa effettivamente consistono le analisi di controllo sui conti correnti da parte dell’Agenzia delle Entrare, come poter difendersi ancor prima di entrare in contenzioso con l’Agenzia stessa.
La difesa non è solamente una questione di vincita o perdita bensì, serve a tutelare i diritti del contribuente già in sede stragiudiziale a fronte di una situazione già vantaggiosa per l’ente di riscossione. Gli strumenti che il cittadino deve acquisire partono dalla conoscenza e dall’informazione con lo scopo di prevenire i possibili accertamenti a cui si può andare incontro.
Vi è di più. La nuova normativa sulla Privacy (derivante dal Regolamento Europeo 679/2016 – GDPR) pone alcuni punti a favore del cittadino poiché mette a disposizione del contribuente stesso la consultazione dei propri dati e la possibilità di intervento da parte di operatori esperti umani sugli algoritmi impiegati dall’intelligenza artificiale che è alla base dei Software di controllo di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza.
Inoltre il Garante della Privacy ha posto due condizioni:
Le operazioni di controllo dell’Agenzia delle Entrate:
– accertamento fiscale con redditometro. Lo strumento dà la possibilità di monitorare le spese presenti sul conto corrente in funzione del reddito. Spendendo oltre le proprie possibilità di guadagno si fa scattare l’allarme che porta all’accertamento. È bene sottolineare la presenza di una nuova revisione dei criteri di calcolo impiegati dagli algoritmi informatici nei Software di analisi dei dati riguardante il redditometro. Questo significa che ci sono più incroci tra informazioni dati bancari – dati provenienti dalla fatturazione elettronica – dati reddituali con conseguente aumento di accertamenti.
– verifiche bancarie dell’Agenzia delle Entrate sui conti correnti presenti presso tutti gli operatori finanziari (banche, assicurazioni, Poste Italiane, Società di Gestione dei risparmi, assicurazioni…). L’Agenzia in accordo con la Guardia di Finanza può richiedere alla banca documentazione per delineare ed indagare i rapporti esistenti tra contribuente e banca, ma anche tra contribuente ed altri soggetti terzi (parenti, soci, presenza di conti cointestati).
– risparmiometro: strumento innovativo speculare al redditometro con un funzionamento inverso. Sulla base del calcolo di risparmio medio annuo del contribuente vengono verificate le spese sostenute. Se il flusso di spese ordinarie è minimo ed i risparmi superano un valore soglia fissato al 20%, l’Agenzia delle Entrate giunge alla conclusione di una disponibilità economica nascosta e avvia l’iter di accertamento. L’algoritmo usato dall’Agenzia delle Entrate incrocia i dati della dichiarazione reddituale con i movimenti bancari del conto corrente (saldo di fine anno), se vi sono incongruenze allora il controllo diviene certezza. Nel contradditorio preventivo (ciò che ha chiesto il Garante della Privacy a tutela del contribuente) il contribuente ha la possibilità di provare concretamente (con documenti producibili) l’eccedenza. Se non vi sono prove il cittadino verrà “sanzionato” con la “”tassa sul risparmio” applicata sullo scarto (quella somma “in più” che ha fatto scattare l’allarme e l’accertamento).
– Implementazione Superanagrafe tributaria dei conti correnti. Le analisi condotte sul database dell’Agenzia delle Entrate (anagrafe dei conti correnti) interessano tutti i movimenti fiscali del contribuente. Gli istituti di crediti presso cui il cittadino ha il proprio conto corrente trasmettono i dati che consistono nel saldo di inizio e fine anno, la somma di addebiti e di accrediti, la giacenza media annuale, i movimenti in entrate ed in uscita. Non solo! I controlli riguardano oltre i conti correnti a partire dall’annualità del 2011, anche le carte di credito e/o debito, i depositi, le cassette di sicurezza, i titoli, l’apertura di nuovi conti, gli assegni, il cambio valute, le cambiali […] tutte le spese monitorabili e che transitano su circuiti bancari e postali. Gli algoritmi della Superanagrafe lavorano sui conti corrente, le certificazioni ISEE, le cartelle esattoriali, i dati catastali, i pagamenti IMU, le rendicontazioni patrimoniali…
Il data base è denominato “sistema di interscambio” (SdI) ed il valore soglia impostato è del 20%. Oltre tale valore la discordanza tra il valore simulato dal sistema e quello che realmente è presente sul conto corrente del contribuente fa scattare l’accertamento e quindi il contradditorio ossia un invito ad un colloquio dove si ha la possibilità di dimostrare la prova contraria giustificando lo scostamento.
Il rischio di accertamento c’è quando:
Come già descritto, l’onere della prova nel caso di accertamento fiscale e quindi di contenzioso tributario è a carico del contribuente che si deve difendere. In tal caso egli deve far valere la prova contraria! Nel caso di “reddito in più” il contribuente è tenuto a dimostrare che quella fonte di denaro è esente da tasse o è già stata tassata alla fonte. Alcuni esempi relativi ai due punti citati sono: donazioni da parenti, vincite, eredità…
È sempre necessario rispondere agli inviti di accertamento (fatti tramite questionari) dell’Agenzia delle Entrate così come è buona cosa conservare prove scritte quali bonifici o versamenti bancari.
Inoltre, e qui interviene la nuova normativa sulla privacy, il contribuente ha diritto a consultare l’anagrafe tributaria ed ottenere informazioni esercitando i diritti sui dati, sul trattamento degli stessi, sul funzionamento degli algoritmi usati da redditometro e risparmiometro nonché adire in sede di contenzioso tramite legale l’intervento di un consulente.