Lo studio legale USA “Baker & Hostetler” ha acquistato un robot con intelligenza artificiale perché si occupi del disbrigo pratiche legali e, la stima. Il risultato di una ricerca londinese, prevede un incremento dell’utilizzo di tali robot nell’ambito legale.
Sovviene a tal punto un articolo de “IlSole24Ore” che trattava le “protesi tecnologiche dell’Io”. Robot – protesi – tecnologia! La tecnologia avanza ad un ritmo incessante e l’uomo cerca di adeguarsi imparando il suo stesso ritmo! Ma esso non è il soave ritmo delle scoperte della scienza. Le quali segnalavano passaggi storici, epocali, in grado di agevolare l’umanità.
E’ un suono confuso e veloce, forse troppo contrastato da un timido buon senso. La tecnologia talvolta porta alla moltiplicazione della realtà, alla nascita di robot e di innumerevoli proiezioni dell’ “io”.
Questo è veramente ciò che vuole l’Avvocato, il Cliente, la Persona? Affidare il disbrigo pratiche legali e i propri problemi ad un robot e al mondo virtuale? Affidare la missione della difesa e tutela dei diritti a persone create nel mondo on-line e ad un’intelligenza che limita il problema alla risoluzione?
In fondo, entrando in un ambiente tipicamente forense non si vuole cercare quella classica sensazione che unisce gli antichi testi di giurisprudenza alle soluzioni attuali. Innovative ma pur sempre ancorate alla realtà, non si vuole a qualsiasi costo stabilire l’empatia che “rompe il ghiaccio”?
L’aggiornamento, la conoscenza della tradizione, il mostrarsi creativo, comprensivo, ascoltatore. Questo e molto altro ancora riassume, ma non del tutto, un Avvocato!
L’on-line non deve creare ulteriori realtà e verità ed i robot non possono “pensare” problemi per superarne altri.
Stabilire la relazione di fiducia, spontaneità ed empatia, capire e comprendere, è cosa propria della missione dell’Avvocato!