I giudici della Commissione Tributaria Regionale del Lazio hanno recentemente suggerito l’annullamento del pagamento delle cartelle esattoriali ereditate. La legge infatti prevede che l’omesso pagamento da parte degli eredi dei debiti tributari del defunto sia un diritto legittimo; ma spesso, o per la fretta o per paura di un pignoramento, le cartelle esattoriali vengono pagate tempestivamente.
Quanto tempo c’è per agire?
Il tempo a disposizione per avviare le pratiche per la dichiarazione di successione è di un anno intero, mentre il tempo per decidere se accettare l’eredità, rifiutarla o accettarla con beneficio di inventario, è di ben 10 anni. Secondo la Cassazione anche una rinuncia dichiarata dopo i 10 anni di tempo, esclude comunque che il rinunciatario possa essere costretto a pagare le cartelle esattoriali del defunto, non potendosi considerare erede, essendo passati 9 anni dal termine di decadenza per la dichiarazione di successione.
Chi deve pagare?
La pronuncia ha specificato che tenuti a pagare le cartelle esattoriali del defunto sono solo gli eredi effettivi, e non qualsiasi familiare. Per essere considerati però eredi “effettivi”, è necessario non solo avere la possibilità di esserlo, ma bisogna confermare ufficialmente l’accettazione dell’eredità. Fino a quel momento, le cartelle esattoriali sono illegittime e possono essere impugnate dal possibile erede davanti al Giudice.
La legge prevede infatti che a seguito della morte del familiare gli eredi debbano essere considerati eredi “potenziali”, perché non essendo obbligatorio accettare l’eredità, questi potrebbero rinunciarvi e decidere non essere eredi. Devono infatti essere definiti “”, chiamati all’eredità, mettendo in evidenza la possibilità di diventare eredi, ma non l’obbligatorietà. In questo caso i chiamati all’eredità diventano eredi effettivi solo nel momento in cui accetteranno definitivamente l’eredità, o in modo espresso (tramite dichiarazione rilasciata dal notaio), o in modo tacito (con un comportamento che sottintenda l’accettazione). Il debito infatti non è trasmissibile tramite la sola apertura della successione, perché il soggetto possibile futuro ereditario, non possiede concretamente i beni del defunto.
Un caso a parte è però quello del convivente: possedendo già i beni del familiare venuto a mancare, il tempo per fare l’inventario è di tre mesi dal decesso, mentre quello per dichiarare l’accettazione o il rifiuto dell’eredità è di 40 giorni.
I presupposti
I presupposti quindi per non pagare le cartelle esattoriali del defunto sono molto semplici:
- Non bisogna essere convivente;
- Non bisogna essere erede effettivo.
In questi due casi, il diritto ad annullare le cartelle è legittimo.
Un’altra sentenza, della Commissione Tributaria di Milano, ha suggerito il seguente procedimento per annullare le cartelle esattoriali:
- Rinunciare da subito all’eredità;
- Far annullare dal giudice tutte le cartelle esattoriali ricevute dopo tale dichiarazione, perché illegittime;
- Revocare entro 10 anni la rinuncia all’eredità, diventando erede a tutti gli effetti.
Come agisce il fisco
La sentenza in commento ha dichiarato che è compito del fisco dimostrare che il contribuente ha accettato la qualità di erede; non è sufficiente infatti la semplice nomina di “chiamata all’eredità” per poter essere considerati eredi paganti delle cartelle esattoriali.
Quindi non appena verrà notificata la cartella esattoriale, i chiamati all’eredità potranno impugnarla davanti al Giudice, dichiarando che la stessa è stata inviata ad un soggetto che ancora non ha acquisito la qualifica di erede, dimostrando così l’illegittimità di quest’ultima.