Testamento, fondazione e governance: il caso Armani e l’importanza della pianificazione patrimoniale e societaria

La recente scomparsa di Giorgio Armani ha portato all’attenzione pubblica un tema cruciale per ogni realtà imprenditoriale: la pianificazione della successione patrimoniale e aziendale. Il caso Armani rappresenta un esempio virtuoso di come diritto civile e diritto societario possano dialogare sinergicamente per garantire la continuità dell’impresa e la stabilità del patrimonio anche dopo la morte del fondatore.
Privo di eredi legittimari (figli o coniuge superstite), Armani ha potuto disporre liberamente del proprio patrimonio tramite testamento olografo, depositato presso un notaio. Ma è soprattutto attraverso strumenti giuridici complementari – la fondazione e la modifica statutaria – che ha costruito un sistema solido e duraturo.

Nel 2016, infatti, viene costituita la Fondazione Giorgio Armani, con lo scopo di garantire l’indipendenza del gruppo e preservare i valori culturali e stilistici del brand. Dotata di personalità giuridica e partecipazioni societarie, la fondazione funge da “filtro” e da elemento stabilizzatore della governance, evitando potenziali conflitti tra eredi o stakeholder.

Elemento di particolare interesse è la modifica dello statuto della società, con l’introduzione di sei categorie di azioni (A-F), tutte con pari diritti economici ma con diversi diritti amministrativi, in particolare sul voto. Grazie all’art. 2348 c.c., Armani ha potuto differenziare il potere decisionale non solo in base alla partecipazione al capitale, ma soprattutto alla fiducia e alla visione strategica dei soggetti coinvolti.
In questo modo si è creata una vera e propria separazione tra successione patrimoniale e successione imprenditoriale: mentre alcuni eredi (come la sorella o i nipoti) avranno benefici economici, il controllo strategico resterà nelle mani di figure chiave, come collaboratori storici e manager di fiducia.

Infine, non va sottovalutato l’aspetto fiscale. Il trasferimento di partecipazioni di controllo può godere, in presenza di determinati requisiti, dell’esenzione da imposta di successione ai sensi dell’art. 3, comma 4-ter, del D.Lgs. 346/1990, rendendo la pianificazione non solo funzionale ma anche efficiente dal punto di vista tributario.

Il caso Armani insegna che la successione non si limita al “chi eredita cosa”, ma riguarda il “come” e il “perché” distribuire un patrimonio.

Per le famiglie imprenditoriali, anche di dimensioni più contenute, questo rappresenta un modello da cui trarre ispirazione. Pianificare con strumenti giuridici adeguati è oggi più che mai una scelta strategica, per tutelare il futuro dell’impresa e garantire armonia tra eredi e continuità gestionale.

Lo studio legale Ruggiero è a disposizione per consulenze su pianificazione patrimoniale, passaggi generazionali e diritto societario.

armanicontinuità gestionalediritto civilediritto societariodistribuzione del patrimonioereditàfondazioneimpresa e patrimonionotaiostatutosuccessione aziendalesuccessione patrimonialetestamentotestamento olografotutela del patrimonio