Banche dati Polizia: tra sicurezza e diritto all’oblio

Le informazioni raccolte e conservate nelle banche dati della polizia sono certamente importanti ma, talvolta la loro efficacia ostacola richieste di cittadini che devono richiedere o rinnovare il porto d’armi.

Questo fatto è in relazione alle informazioni riportare nel C.E.D. (Centro Elaborazione Dati): se in questa banca dati vi sono scritte informazioni che riportano iscrizioni pregiudizievoli, eventi inerenti a illeciti penali e/o amministrativi, la richiesta per il porto d’armi (non solo, uguale discorso è valido per il passaporto) è respinta.

Per fare luce su tali problematiche è necessario comprendere cosa è il C.E.D., cosa s’intende per privacy e sicurezza e quando è possibile invocare il diritto all’oblio.

Banche dati della Polizia: il C.E.D.

La banca dati della polizia è prevista da una specifica normativa, in particolare dall’art. 8 della legge n. 121/1981. Le informazioni che vengono raccolte e conservate nel C.E.D. hanno riferimenti ben chiari.

Le informazioni ed i dati raccolti si riferiscono a notizie risultanti da documenti conservati dalla pubblica amministrazione o da enti pubblici ovvero risultanti da sentenze o provvedimenti dell’A. G. o da atti concernenti l’istruzione penale o da indagini di polizia. Possono essere raccolte anche informazioni e dati in possesso delle polizie degli Stati appartenenti alla Unione europea e di ogni altro Stato con il quale siano raggiunte specifiche intese. (per avere altre informazioni leggete qui)

Ovviamente il C.E.D. è fornito di un regolamento ed è sottoposto al controllo di una commissione tecnica e dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali. Solo i soggetti autorizzati possono intervenire sul C.E.D. per correggere, cancellare, inserire e comunicare informazioni e dati relativi ai cittadini. È vietato  aggiungere e raccogliere informazioni circa razza, culto, opinione politica […]

Banche dati: definizione di privacy e diritto all’oblio

Chiaramente le informazioni contenute nelle banche dati della polizia coinvolgono i tre concetti fondamentali che interessano i cittadini, il primo è la privacy, il secondo è il diritto all’oblio ed il terzo è la sicurezza.

  1. La privacy ha acquisito molto più valore ed è un punto fermo per ogni cittadino. Oggi giorno si riferisce non solo alla dimensione privata ma a tutti i dati personali! Le persone chiedono di esercitare il diritto di controllare che le informazioni proprie siano accessibili solo in caso di necessità e da enti autorizzati.
  2. Il diritto all’oblio è la garanzia di “che prevede la non diffondibilità, senza particolari motivi, di precedenti pregiudizievoli, per tali intendendosi propriamente i precedenti giudiziari di una persona”. (definizione tratta da qui)

    Questo è stato riconosciuto dalla giurisprudenza e dalla normativa eccezion fatta per quelle notizie la cui importanza faccia rinascere un nuovo interesse.

  3. Per sicurezza s’intende una situazione di ordine e tranquillità nei luoghi pubblici che consenta ai cittadini di vivere serenamente nell’ambiente in cui si muovono e soddisfano i propri bisogni e interessi.

A fronte di queste definizioni si rende necessario

  • l’aggiornamento delle banche dati della Polizia,
  • rispettare la sicurezza pubblica,
  • effettuare visure al C.E.D.,
  • chiedere, ove possibile la cancellazione del proprio nome per poter ottenere ciò di cui si ha bisogno.
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