L’articolo 727 del c.p. si occupa di stabilire le sanzioni per il reato di abbandono di animali.
Prima di vedere cosa è stato proposto in Parlamento vediamo come si configurano ad oggi le sanzioni per il reato di abbandono di animali.
Chiunque abbandoni gli animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività, è punito con l’arresto fino a un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro.
Alla stessa pena soggiace chiunque detenga animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze.
Sono state avanzate tre proposte di modifica all’articolo 727. La prima è quella che l’ammenda prevista sia raddoppiata e vada quindi da 2.000 a 20.000 euro.
In secondo luogo si è proposto che le spese di ricovero e di cura dell’animale abbandonato siano a carico di chi lo ha abbandonato fino al nuovo affidamento. Ciò è previsto come pena accessoria.
Infine si chiede di poter vietare al condannato per abbandono di animale la possibilità di detenere qualsiasi altro animale per un periodo di due anni. Anch’esso previsto come pena accessoria.
Vediamo ora di capire come mai si è sentito il bisogno di proporre tali modifiche all’articolo 727 del c.p.
Innanzi tutto vi è la considerazione del fatto che la sanzione pecuniaria attualmente prevista (da 1.000 a 10.000 euro) sia insufficiente a garantire un effetto di intimidazione e deterrenza.
In secondo luogo si è considerato che nel caso in cui sia il condannato a sostenere le spese di ricovero e cura dell’animale, e non più lo Stato, questo si tradurrebbe in un grande risparmio di soldi pubblici.
Per un cane il comune versa 1.000 euro al mese e in tutta Italia i cani custoditi in un canile sono circa 200.000.
Al di là dell’aspetto economico bisogna pensare anche al benessere dell’animale. Aumentando le sanzioni si spera che i casi di abbandono di animali diminuiscano drasticamente.